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L’ultima invenzione delle leggi per le imprese per il profitto

L’ultima invenzione delle leggi per le imprese per il profitto

Quando si pensa ad una grande azienda, di solito viene in mente Apple, l’ex FIAT, Unicredit. Cos’hanno in comune? Si tratta di Società per Azioni (SpA). Possiamo considerarla come l’ultima invenzione per quanto riguarda la struttura di una organizzazione economica privata, che ha come obiettivo il profitto.

In passato, la proprietà di un’azienda privata veniva da una singola persona, una famiglia o un gruppo di persone, ad esempio amici con interessi simili. Con la SpA, la proprietà si frantuma e si moltiplica in azioni, diventando accessibile a un numero potenzialmente illimitato di persone, in cambio ovviamente di denaro (e rischi). Questo rende la proprietà apparentemente pubblica e non concentrata, perché tutti possono comprarla in maniera frazionata, permettendo all’azienda di raccogliere una quantità molto importante di denaro, che ovviamente utilizzerà come leva per aumentare i profitti. Ma la gestione quotidiana e strategica, o direzione, viene delegata ad amministratori stipendiati, decisa da chi ha la maggioranza della proprietà. Questa separazione tra proprietà e direzione caratterizza i colossi del presente. E anche delle divisioni del mondo.

Il vantaggio della proprietà pubblicamente accessibile per le aziende private

ovviamente, con i soldi provenienti dalla vendita di azioni, la SpA può permettersi più forza lavoro, macchine, e via dicendo. Questo permette maggior profitti che poi verrebbero giustamente distribuiti a chi possiede le azioni pesando ovviamente il numero in loro possesso. In un altro tipo di società più diffusa, che rientra nella stessa tipologia della SpA, la società a responsabilità limitata, i proprietari hanno un accesso ai soldi degli altri molto più limitato, e costa anche meno avviarle.

Da questo punto di vista, anche un lavoratore qualunque che investe i suoi risparmi in azioni di una SpA, partecipa indirettamente, beneficiando del profitto generato dal lavoro altrui. Chiaramente ogni investimento ha i suoi rischi.

La necessità della proprietà pubblica accessibile per le aziende private

Le macchine costano e in genere si tratta di un costo diverso rispetto a quello dei lavoratori, di nome costo variabile. Questo delle macchine, il costo fisso viene spalmato su più anni e, vista la sua dimensione, non bastano i risparmi di un singolo investitore, che diventa azionista, per coprire quel costo. La richiesta di più investimenti, quindi più azionisti-investitori, porta alla SpA. In maniera più generale, per avere un’azienda, soprattutto se si occupa di certi beni, già solo per iniziare servono tanti soldi, che si possono trovare solo facendo affidamento a più persone, spesso organizzate come altra SpA (es. banche). Questo processo porta alla concentrazione nelle mani di poche grandi imprese, spesso SpA o gruppi di SpA, che dominano interi settori economici. Che poi come azionisti hanno sempre quei 2-3 nomi di non banche internazionali. Quanto di più assimilabile a degli dèi moderni.

Se da una parte esistono aziende che richiedono molti macchinari, esistono aziende che richiedono molti lavoratori. Certe idee d’azienda richiedono svariati tipi di lavoratori e possono richiedere anni prima di vedere un profitto, anche per le barriere d’ingresso in un mercato, quindi i soldi raccoglibili tramite un SpA permetterebbero a chi ha messo in piedi l’idea di durare abbastanza (vedere i profitti), oppure far fuori concorrenti perché può bruciare più denaro vendendo temporaneamente sottocosto, per poi dominare il mercato.

In questo scenario, il piccolo proprietario rischia di venir schiacciato dalla potenza dei giganti industriali e finanziari. Ad esempio, ultimamente abbiamo assistito alla più imponente campagna pubblicitaria per il commercio online, da parte di Temu.

Conseguenze

Questa concentrazione, che porta anche ad aumentare sempre di più la quota di macchine e, in tempi più recenti, di “intelligenza artificiale”, conduce alla programmazione, anche per la natura del lavoro: sempre meno umano (variabile), sempre più macchina (fisso). La produzione diventa sempre più complessa e organizzata su larga scala e ovviamente le macchine gestiscono meglio questo tipo di lavoro. Qualsiasi amministratore sa che si fa meno fatica a coordinare 3 macchine che 3 esseri umani.

In un certo senso le SpA creano un’enorme economia pubblica, connessa, programmata e programmabile. In questo contesto non ha senso parlare di partecipazione dei lavoratori sulla produzione: la musica la sceglie chi paga, gli investitori. Non vale il detto “una testa, un lavoratore = un voto”, ma il peso del voto viene dai i soldi, che permettono il numero di azioni. E solo poche organizzazioni economiche possono permettersi la partecipazione, sotto forma di maggioranza assoluta o relativa. I soldi in questo caso programmano i lavoratori.

Se hai già letto altri articoli, avrai capito perché FIAT non poteva rimanere nei confini nazionali. Avrai già unito i puntini.

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